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Pogrom fascisti a Treviso e a Roma? C’è qualcuno nelle istituzioni che sa dire no alla canaglia fascista?

Ieri a Treviso si sono vissuti momenti di terrore quando “un gruppo di cittadini” in cui si vedevano anche facce di militanti leghisti e di Forza Nuova ha dato luogo a un classico pogrom, un assalto cioè a una comunità/gruppo di “stranieri” riconosciuti come estranei, da espellere in ogni modo. I simpatici giovanotti e popolani hanno impedito agli operatori di una cooperativa di consegnare il cibo ai migranti presenti in alcune palazzine indicate dalla Prefettura per l’alloggio di circa 100 rifugiati requisite: il reato è evidentemente quello della più classica violenza privata! In serata alcuni giovanotti hanno forzato la porta di uno degli appartamenti destinati ai richiedenti asilo, senza che le forze dell’ordine li reprimessero, e poi hanno portato in strada suppellettili, strumenti e i materassi dando fuoco al tutto; i militanti fascisti presenti hanno sostenuto che il mobilio rubato sarebbe da destinare alle famiglie che hanno subito ingenti danni a causa del recente tornado nel Veneto. I reati sono pesanti: parliamo di furto aggravato e di violenza private se non di rapina che prevedono il fermo e l’arresto e di atti che potrebbero rientrare in atti vandalici e devastativi, aggravati da fini xenofobici. Non abbiamo letto però di nessun arresto: non si tratta mica di zecche pelose o antagonisti! Anzi abbiamo letto una dichiarazione, non contrastata da nessuno, del presidente del Veneto Zaia “C’è un pericolo ‘africanizzazione’ a Treviso”. Il biondissimo Zaia dal naso aquilino degno di Pallade Atena ovviamente non sa che in Africa ci sono decine di popoli profondamente diversi ma forse Zaia crede che in Africa si parla forse una sola lingua di koiné, l’Africano o il Negro. Zaia ha paura che si contamini perciò la purissima razza veneta; ogni genetista ride a sentir parlar di razze ma accennare a una razza veneta, in un posto dove si sono sovrapposti agli originari veneti…., slavi, asiatici, austriaci, ungheresi, ebrei, fa solo imbestialire!

Oggi a Roma. La Repubblica online così resoconta l’accaduto “Volano sedie, manganelli alzati, caschi in testa, urla, cassonetti incendiati e lancio di sassi e pietre contro la polizia. Tensioni e scontri sulla Cassia a Roma, precisamente al Casale San Nicola, durante le operazioni di trasferimento di circa un centinaio di profughi nel centro di accoglienza allestito nell’ex scuola Socrate. A poche ore della rivolta di Treviso dove i migranti sono stati trasferiti in una caserma, è scoppiata la protesta anche nella zona nord della capitale. I residenti sono sul piede di guerra, da tempo, supportati da Casapound. Dopo una trattativa con gli agenti e diverse ore di presidio, la tensione è salita quando è arrivato un camioncino con a bordo alcuni migranti. La situazione è degenerata in pochi secondi: i residenti hanno indietreggiato, gli attivisti di destra hanno avanzato indossando i caschi, dai manifestanti sono partiti fischi e slogan “No al centro immigrati”, “andate via”, “è un abuso di potere”. Gli agenti hanno alzato gli scudi e trascinato via alcune persone, poi le cariche: un muro contro muro di Casapound e degli agenti del reparto mobile in piena tenuta antisommossa, i sassi lanciati contro le forze dell’ordine con quattro agenti rimasti feriti, le manganellate e cittadini in lacrime. Il pullman con a bordo i 19 profughi è rimasto bloccato dietro i blindati, poi scortato ha percorso la strada tra cori di insulti e lanci di bottiglie fino a raggiungere l’ex scuola, ad attenderli un mediatore culturale. Noi i rifugiati non li facciamo passare”, aveva detto in mattinata una cittadina che fa parte del comitato dei residenti. “Da qui non ci muoviamo. Casale San Nicola deve rimanere agli italiani. Lo difendiamo fino all’ultimo”, aveva continuato il vicepresidente di CasaPound Italia, Andrea Antonini.

I fascisti del III millennio si sono messi perciò l’elmetto e hanno fatto scontri con la Celere