La vendetta per i fatti di Dahka sul lungomare di San Benedetto del Tronto, nella prima domenica di luglio, con la spiaggia invasa dai turisti e il sole che batte forte alto in cielo.
Due venditori di rose bengalesi sarebbero infatti stati aggrediti da un gruppo di giovani italiani, al grido di «non conoscete i versi del Vangelo».
I fatti sono avvenuti davanti a diversi testimoni, che hanno subito provveduto ad allertare le forze dell’ordine.
Lo sbocco di follia sarebbe durato lo spazio di pochi minuti: prima la presa in giro a distanza, poi i toni si sono fatti sempre più minacciosi e, infine, dalle parole si è passati ai fatti. Uno dei due venditori di rose è stato sbattuto a terra e preso a calci, l’altro è stato spintonato.
Appena i passanti hanno cominciato ad avvicinarsi, sia gli aggressori italiani sia i due bengalesi si sono dileguati e hanno fatto perdere le proprie tracce.
Restano le testimonianze: gli aggressori sarebbero ragazzi molto giovani e «dall’accento romano», turisti probabilmente, persone che come tante altre hanno deciso di passare le proprie vacanze sulle spiagge della Riviera delle Palme, senza tuttavia dimenticarsi di lasciare a casa il proprio rancore e il proprio innato razzismo.
Cronache di ordinaria follia e straordinaria psicosi: occhio per occhio, dente per dente, Vangelo per Corano e desiderio di cupa vendetta da consumare calda, tra bullismo ed esaltazione.
La città, come altre volte è accaduto in situazioni simili, ha reagito. La Rete degli Studenti Medi già nel pomeriggio di ieri ha lanciato una campagna di solidarietà agli aggrediti: decine di ragazze e di ragazzi si sono fatti fotografare esponendo il cartello «Neanche io conosco il Vangelo».
La segretaria della Cgil Paola Giovannozzi ha commentato così: «Episodi come questo dimostrano che anche la nostra provincia è esposta ai venti dell’odio, non bisogna fare l’errore di sottovalutare fatti come questi. Noi ogni giorno lavoriamo con tantissimi migranti, praticando l’integrazione e l’uguaglianza».
Intanto sui social network, però, è andata in scena anche la sfilata dell’indifferenza, con post e commenti che vanno dal negazionismo puro a frasi come «mica gli hanno tagliato la testa, no?».
Un grande classico: l’odio può tranquillamente prescindere dai fatti e nella migliore delle ipotesi la risposta si trova nel benaltrismo: «Fossero questi i problemi dell’Italia, signora mia», e giù discorsi sui venditori abusivi (cavallo di battaglia, per così dire, della destra cittadina) e su un’invasione che viene vista ormai come imminente, a dispetto di ogni dato reale e ogni logica.
Già un anno e mezzo fa a San Benedetto si è verificato un episodio simile a quello avvenuto domenica sul lungomare.
Dopo il falso allarme di un tentato rapimento di un bambino davanti a una chiesa del centro, ancora un venditore di rose bengalese fu picchiato a sediate all’interno di un locale, mentre era tranquillamente seduto a bere un caffè. L’uomo sbagliato al posto sbagliato.
Mario Di Vito da il manifesto