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Processo #15ottobre: la corte di appello conferma le condanne

Quella di primo grado era stata una stangata micidiale, la sentenza di appello la attenua ma molto parzialmente. Dal processo di secondo grado esce pulito solo uno dei cinque teramani appartenenti in modo diverso all’area antagonista-ultrà finiti a processo per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma (la “Giornata dell’indignazione” degenerata in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine e gesti di devastazione) e condannati tutti a sei anni nel gennaio 2013: è Mirco Tomassetti di Mosciano, 32 anni, che viene assolto con formula piena. Per tutti gli altri imputati vengono confermate le accuse legate all’assalto al blindato dei carabinieri che venne dato alle fiamme in piazza San GIovanni – resistenza aggravata a pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio – anche se uno solo di loro, il teramano Davide Rosci, 33 anni, leader di Azione Antifascista, si vede confermare i sei anni di reclusione presi in primo grado. Solo a lui i giudici romani non riconoscono le attenuanti generiche, probabilmente (bisognerà leggere le motivazioni) per i suoi diversi precedenti specifici. Christian Quatraccioni di Mosciano, 34 anni, ottiene uno sconto di 16 mesi insieme all’ultrà romanista Massimiliano Zossolo, un 30enne romano finito a processo insieme ai teramani: per entrambi (incensurati) la pena scende a quattro anni e otto mesi. Attenuanti generiche, ma sconto leggermente inferiore, anche per Marco Moscardelli di Mosciano, 33 anni, e Mauro Gentile, teramano residente ad Ancona, 39 anni: per loro la pena scende a cinque anni.

La stangata, tutto sommato, resta, soprattutto perché regge anche in appello il reato di devastazione e saccheggio che tanta indignazione aveva provocato tra gli imputati, i loro difensori e i loro sostenitori. Per Davide Rosci, l’unico a non aver ottenuto neanche un minimo sconto, l’unica consolazione è l’accoglimento dell’istanza del suo difensore Francesco Romeo, che iaveva chiesto per lui gli arresti domiciliari. Rosci era l’unico dei sei imputati ad essere detenuto in carcere: gli arresti a casa gli erano stati revocati perché, poco dopo la sentenza di primo grado, era stato trovato in giro per Teramo. Già oggi probabilmente lascerà il carcere di Viterbo e rientrerà a casa.

L’assoluzione di Tomassetti, che insieme a Quatraccioni era difeso dall’avvocato Nello Di Sabatino, è presumibilmente legata all’incertezza del suo riconoscimento nelle immagini filmate dalle forze dell’ordine in piazza San Giovanni. Sta di fatto che per i giudici d’appello non ha commesso il fatto e già ieri pomeriggio ha potuto lasciare gli arresti domiciliari. Di sicuro, tramite il suo avvocato, chiederà allo Stato di essere risarcito per l’ingiusta detenzione.

Il processo di ieri è stato seguito da tutti gli imputati e da una ventina di loro amici e sostenitori. Il tribunale di Roma era presidiato da un notevole spiegamento di forze dell’ordine (quattro blindati della polizia), ma non si è registrato alcun incidente e non c’è stata alcuna contestazione alla lettura della sentenza.

da il centro