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Ravenna: l’azione intimidatoria/repressiva della Questura

A pochi giorni dalla manifestazione nazionale a Ravenna contro la CMC, la Questura ha notificato per 31 militanti di area anarchica e comunista il reato di manifestazione non autorizzata per i fatti del 16 aprile riguardanti l’omicidio da parte di un carabiniere di un ragazzo tunisino e l’autorizzazione anticostituzionale da parte questurina a manifestare ai fascisti di FN.
Ricordiamo che dopo il fermo in Questura sono partiti fogli di via e “avvisi orali” (provvedimento fascista contro i militanti adottato per i criminali mafiosi che può determinare la sorveglianza speciale). Tra i compagni antifascisti denunciati e “avvisati” anche un compagno di proletari comunisti.
L’azione della Questura di Ravenna è da Stato di polizia: dopo avere ripetutamente negato da inizio anno qualsiasi iniziativa davanti ai cancelli della coop che si è aggiudicata l’appalto TAV, le schedature poliziesche per i partecipanti all’assemblea NO TAV a Ravenna, le autorizzazioni ai fascisti di scendere in piazza e il divieto di manifestare invece a difesa della Costituzione, ora le denunce annunciate.
La coincidenza temporale con la manifestazione del 13 ottobre è evidente.
Non ci faremo certo intimidire e al corteo denunceremo questo stato di polizia, lo stesso che tiene ancora agli arresti, criminalizza e reprime gli attivisti NO TAV e tutti i compagni impegnati nelle lotte sociali e antifasciste.
La vostra repressione non ci fa paura!
Massima solidarietà agli arrestati e ai colpiti da provvedimenti repressivi!

proletari comunisti-Ravenna