Revoca immediata dei fogli di via – Tiziano libero subito!
- novembre 11, 2024
- in appello, lotte sociali
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Questo appello nasce a seguito della manifestazione del 5 ottobre scorso quando più di 10.000 persone hanno violato i divieti del governo e della questura di Roma per manifestare la loro solidarietà alla resistenza palestinese e al popolo libanese, e per lottare contro la guerra e contro l’approvazione del DDL 1660, il nuovo “pacchetto sicurezza”. Questo, nonostante il clima di criminalizzazione e di terrore creato dal governo e le misure adottate dalla questura di Roma per provare, invano, a scoraggiare qualunque forma di partecipazione alla giornata.
Il 5 ottobre la questura di Roma ha fatto un uso sistematico della repressione preventiva, un meccanismo che si va sempre più consolidando ed estendendo: percorsi obbligati in modo da impedire di raggiungere i palazzi del potere; controlli, perquisizioni e identificazioni ai caselli autostradali; militarizzazione delle aree circostanti la piazza del concentramento. In cifre: 1600 identificazioni, 200 persone allontanate dalla città, 51 delle quali colpite da fogli di via, tre denunciati a piede libero, il fermo ed il successivo arresto di Tiziano, ora ai domiciliari in attesa che cominci il processo nei suoi confronti.
La manifestazione del 5 è stata, perciò, la prova preliminare del nuovo pacchetto sicurezza a firma Piantedosi-Nordio-Crosetto: si è provato a mettere a tacere ogni voce di dissenso e di protesta. Con i venti di guerra che soffiano impetuosi, la situazione non farà altro che peggiorare con i governi occidentali che hanno la necessità di silenziare le lotte sociali per compattare il fronte interno. Con il DDL 1660 l’esecutivo Meloni prepara un salto di qualità nella repressione di tutte le lotte, operaie, sociali, ecologiste, a cominciare dalle proteste contro la sempre più marcata tendenza alla guerra e all’instaurazione di un’economia di guerra, e di una disciplina da stato di guerra nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nella società. Dobbiamo reagire con forza a questo corso repressivo, come abbiamo fatto non accettando il divieto di manifestare il 5 ottobre.
Non possiamo, poi, accettare che il foglio di via diventa qualcosa di normale: i 51 comminati dalla questura di Roma a persone che “presumibilmente” si trovavano in città per commettere atti illeciti, essendo interessati/e da procedimenti in corso per iniziative di lotta e per manifestazioni, trasforma la presunzione di innocenza in presunzione di colpa. Né possiamo accettare altre misure preventive come gli obblighi di firma comminati a chi lotta contro la guerra, com’è accaduto a Napoli a chi manifestava contro il sostegno della RAI al genocidio sionista in Palestina, e com’è avvenuto a Luigi Spera, tuttora in carcere con l’accusa di aver partecipato ad un’azione dimostrativa contro la Leonardo, fiore all’occhiello dell’industria bellica italiano, che fa profitti miliardari grazie all’guerra.
Rispetto a tutto ciò è necessaria una presa di parola collettiva, con una campagna di sostegno e solidarietà ai colpiti dalle misure repressive del 5 ottobre, per la revoca dei 51 fogli di via e, soprattutto, per la liberazione immediata di Tiziano, ora agli arresti domiciliari e che il 14 novembre affronterà la prima udienza del processo a suo carico. Criminale non è chi lotta contro la guerra, ma chi contribuisce con ogni mezzo al genocidio in Palestina e fomenta gli scenari bellici in allargamento in tutto il mondo. La presa di parola non riguarda soltanto noi che facciamo parte della Rete: deve coinvolgere tutta quella parte della società, i lavoratori anzitutto, ma anche i giuristi e le giuriste autenticamente democratici, gli artisti e le artiste sensibili al rifiuto dell’oppressione, gli operatori dell’informazione non allineati, che avvertono il doppio grande pericolo che incombe su tutti/e: lo stato di polizia, la guerra alle porte!
Libere e liberi di lottare contro la guerra e contro lo stato di polizia! Revoca di tutti i fogli di via e gli obblighi di firma! Libertà immediata per Tiziano! Fermiamo il DDL 1660!
Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo insieme il DDL 1660
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