Una rivolta è scoppiata nel carcere di Montacuto, ad Ancona, coinvolgendo una ventina di detenuti che hanno incendiato alcune celle. Nessuno, secondo le prime informazioni, sarebbe rimasto ferito, nè tra i detenuti nè tra gli agenti di polizia penitenziaria. La protesta, iniziata ieri sera è terminata nel pomeriggio di oggi. La rivolta era iniziata nella tarda serata di ieri quando i detenuti avevano dato fuoco a delle lenzuola. Questa mattina la protesta ha ripreso vigore. Nel carcere anconetano l’emergenza più grande è il sovraffollamento al quale si è aggiunto in questi giorni il problema del riscaldamento. L’emergenza è rientrata poco prima delle 17 e la situazione è tornata sotto controllo. Lo riferisce il segretario regionale e consigliere nazionale del Sappe Aldo Di Giacomo, che ha interpellato l’amministrazione. Cinque-sei, secondo la stessa fonte, sono le celle distrutte dal fuoco. I danni, provocati anche dal fumo, sono ingenti, ma non vi sono persone intossicate. Viene anche confermato che nessuno, tra i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria, è stato ricoverato in ospedale. I detenuti avevano dato fuoco ad alcune bombolette di gas da campeggio, innescando diversi incendi che sono stati domati con gli estintori. La polizia penitenziaria è intervenuta in assetto antisommossa per arginare la protesta e mettere in sicurezza gli altri detenuti della sezione interessata, nel frattempo invasa dal fumo. «Da sempre – ha aggiunto il segretario del Sappe – denuncio la situazione del carcere di Ancona, che ormai è di interesse nazionale, ma nulla giustifica atteggiamenti del genere». Il penitenziario anconetano, al centro di varie interrogazioni parlamentari, è una polveriera. Due giorni fa c’è stata la visita a sorpresa del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta, il quale avrebbe tra l’altro dato assicurazioni sull’assegnazione definitiva del personale in servizio nel carcere di Barcaglione a quello di Montacuto.
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