Il giudice del lavoro ha confermato il licenziamento di un operaio della Cs&d (l’azienda in questione) per un like e un commento su facebook.
Inizia tutto con il post dell’ex direttore generale, Antonello Basciu, che si rivolgeva in maniera ironica, scrivendo una storia di fantasia, ai vertici dell’azienda.
Faceva riferimento alla crisi che l’azienda stava attraversando a causa delle azioni esecutive intentate dai lavoratori licenziati. Il post raccolse 29 mi piace e 17 commenti. Tra questi c’erano anche quelli di Marco Pinna che assecondava con toni un po’ più accesi, quasi di minaccia, il post pubblicato da Antonello Basciu.
Questo è stato ritenuto offensivo e diffamante dall’azienda che gli inviò una lettera di contestazione disciplinare. Il giudice del lavoro, considerando questo un atto che mina il rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro, ha scelto di confermare l’allontanamento e licenziare il lavoratore.
Ancora una volta la legge si schiera dalla parte dei più forti, impassibile di fronte alla possibilità di lasciare “in mezzo alla strada” un lavoratore.
Anche in questi episodi ritroviamo le dirette conseguenze del tanto acclamato job’s act. Del resto l’obiettivo dell’ex premier Renzi e della cricca tutt’ora al governo, è proprio quello di azzerare il potenziale antagonista dei lavoratori nei confronti delle aziende per cui lavorano. Quale miglior occasione, dunque, per abituare anche attraverso questi meccanismi, con un’odiosa dinamica di collaborazione tra il controllo diffuso dei social media e quello dispotico dei tribunali, che non ci si può permettere neanche di esprimere, a parole, un giudizio negativo nei confronti di padroni e potere.
da InfoAut