Sevel-Fca. Pedinamenti e licenziamenti punitivi
- giugno 19, 2015
- in lotte sindacali, lotte sociali
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A seguito del consolidato e positivo trend semestrale di vendite commerciali, ci saremmo aspettati di poter finalmente condividere il reintegro delle centinaia di ragazzi/e esclusi a fine 2008, invece le comunicazioni affisse in bacheca annunciano ulteriori settimane lavorative antimeridiane e notturne da 48 ore e non il meritato calendario feriale.
Gli scoop occupazionali, pubblicizzati con la solita enfasi mediatica per placare i mugugni confaziendali e le preoccupazioni dei tartassati cittadini, dalle coscienze anestetizzate dalla spasmodica rincorsa al consumo di beni ad obsolescenza programmata e inclini a sfogare frustrazioni egoistiche e razziali sugli ultimi instillate da politicanti malavitosi, sono clamorosamente preceduti dall’arrivo di colleghi in distacco bimestrale provenienti dagli stabilimenti modello quali Pomigliano, Grugliasco e Cassino.
La selezione dei trasfertisti resta nello stabilimento abruzzese, solidale ed ospitale, come nel recente passato, poco trasparente e non corrispondente a criteri condivisibili quali lunghi periodi di cigs e/o carichi familiari, ma subordinata alla disponibilità a sottostare ai diktat dei dirigenti (postazioni lavorative e turnazioni).
La politica aziendale, concentrata sulla riduzione dei costi per il raggiungimento di unilaterali e non redistribuiti profitti, spacciati per condivisi elementi variabili di efficienza, è ottenuta grazie alla ridotta disponibilità giornaliera di materiali dpi, alla parziale chiusura del presidio infermieristico di lastratura, alla gestione dei corsi-formazione da SPP interni e alla paventata riduzione della pausa giornaliera del 25% (10′) grazie al rigenerativo e salutistico sistema metrico ergo-uas, non può conciliarsi con la retribuzione di agenzie investigative utilizzate per la ricorrente caccia al presunto assenteista.
In questi giorni un altro nostro collega Luigi è rimasto vittima dei metodi usati nei regimi autoritari quali il pedinamento e la sorveglianza a distanza a seguito di un precedente periodo di infortunio e successiva malattia.
Tali ricorrenti provocazioni vengono aziendalmente adottate con l’obiettivo di licenziare lavoratori ritenuti scomodi e indesiderati in quanto agevolati dalla riforma dell’art.18 introdotta con la limitazione della tutela reale dalla legge 92/2012 (cd.Fornero) che consente la risoluzione del rapporto con la miserevole corresponsione di indennità economiche (max24 mensilità).
Il deplorevole e discriminatorio licenziamento del nostro collega Luigi denota la disponibilità aziendale ad includere nella riduzione dei costi aziendali anche le risorse umane al contrario della loro valorizzazione sancita nel recente codice etico aziendale.
La pericolosità dell’inqualificabile deriva autoritaria non è più limitata ai rapporti interni con l’introduzione del ccsl e successivi akkordi normativi e retributivi ma inizia ad espandersi con indebite pressioni nelle decisioni ed i giudizi dei medici e delle commissioni degli enti pubblici socio assistenziali quali ASL-INPS-INAIL delegittimandone agli occhi dell’opinione pubblica il loro imparziale operato.
In nome di una competitività finalizzata al raggiungimento esclusivo di notevoli quantità produttive a discapito di un prodotto qualitativo si pretende dagli occupati, sempre più spremuti, la subordinazione delle loro vite alle esclusive esigenze aziendali di flessibilità e disponibilità.
Per i suindicati motivi, solidali con il nostro collega Luigi, proclamiamo lo sciopero dei turni straordinari previsti il 20-27 giugno e il 5 luglio 2015.
Slai-Cobas
da contropiano
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