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Solidarietà ai NoTav: 14 attivisti cosentini condannati per blocco ferroviario

A distanza di un anno dalle straordinarie giornate di mobilitazione, svoltesi in tutta Italia in solidarietà alla lotta No Tav ed in particolare a Luca Abbà, attivista valligiano caduto da un traliccio durante lo sgombero del presidio della Clarea, 14 attivisti cosentini si sono visti recapitare un decreto penale di condanna per aver
bloccato la stazione di Paola. Tre mesi di pena sospesa e 3.750 euro di multa a testa.
Non è certamente questa “condanna” che ci fa paura o che può fermare le nostre lotte. Come militanti non possiamo astenerci dall’immaginare che le cose possano essere diverse da come sono e perciò continuare a lottare per realizzare quei cambiamenti necessari al raggiungimento dell’uguaglianza e della giustizia sociale. La Tav, il Ponte sullo stretto, il Muos e tutte le altre grandi opere pagate da noi cittadini, costretti a dover rinunciare ai nostri diritti, dalla salute all’istruzione alla casa, per far ingrassare i conti off shore delle solite lobby di potere, non sono altro che mega speculazioni che devastano territori senza nessuna utilità per le popolazioni che li abitano. Ma stanno giocando col fuoco.
La popolazione è stanca di dover subire le scelte che politici e faccendieri cercano di imporre a suon di manganelli e denunce.
Il movimento non si lascia intimidire né da una multa né da una condanna. Siamo profondamente convinti della giustezza delle nostre battaglie e le misure repressive che lo stato mette in atto per dissuaderci ne sono la conferma.
Continueremo ad essere parte attiva contro il Tav e contro tutte le grandi opere che rappresentano gli interessi del capitale a scapito delle popolazioni e dell’ambiente.
I governi degli ultimi 20 anni, per portare avanti i megaprogetti come Tav, Ponte, Muos ecc., hanno chiuso centinaia di ospedali e scuole, hanno depotenziato le linee ferroviarie fino a cancellarle quasi completamente qua in Calabria. La lotta no Tav per noi calabresi  non è semplice solidarietà, pur se doverosa e legittima, nei confronti dei nostri fratelli valligiani ma rappresenta il rifiuto di un modello di sviluppo devastante e insostenibile che sottrae risorse pubbliche ai servizi fondamentali per dirigerle alle lobby del cemento.
La cancellazione del diritto allo studio come alla salute, dei trasporti pubblici come del diritto alla casa, per finire alla totale assenza di lavoro non precario dipende dalla speculazione selvaggia del capitale e il Tav ne è tra le più alte espressioni.

La lotta no Tav è la lotta che difende il diritto dei popoli ad autodeterminare il proprio territorio e come tale si lega alle tante lotte ambientali che viviamo anche in Calabria per difendere i territori dalla costruzione di impianti a carbone, rigassificatori, centrali a biomasse, termovalorizzatori.

Continueremo a lottare per la difesa dei territori per l’autodeterminazione dei popoli.
Dalla Calabria alla Val Susa siamo sempre NoTav