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Squadrismo Italia-Albania: Meloni e Rama fanno picchiare il deputato Riccardo Magi

Il parlamentare Riccardo Magi, strattonato dalla polizia albanese davanti al porto di Shengjin durante la visita di Meloni: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro»

La polizia albanese, mentre passava il corteo delle auto con la presidente italiana (che andava a inaugurare il campo di concentramento per migranti deportati dall’Italia,) hanno aggredito il deputato radicale Riccardo Magi, colpevole di aver mostrato un cartello con scritto: “Un miliardo. Spot elettorale”.

Lo hanno strattonato per diversi minuti, provando a fare ostruzione e allontanarlo fisicamente. Magi non si è rassegnato e, con attitudine pannelliana, ha continuato a insistere, senza retrocedere di un passo. Era arrivato di buon mattino con la promessa di non permettere a Meloni di «farsi pubblicità a spese degli italiani», a modo suo ce l’ha fatta.

Magi, che il progetto albanese lo segue con attenzione dall’inizio, insiste: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro. Uno spot elettorale che costerà un miliardo di euro agli italiani»

La Meloni, sprezzantemente, ha commentato: “Poveri cristi, seee”. Ora uno può esser di destra, di sinistra, di centro, di qualunque partito, o magari può essere per l’astensione, può essere cattolico, o ebreo, o musulmano o ateo, qualunque cosa: ma un presidente del Consiglio che mostra apertamente – volendolo mostrare – il suo disprezzo per i naufraghi che sono scampati alle torture in Libia sfuggendo alla morte, beh, forse non s’era mai visto.

Elly Schlein ha protestato vigorosamente per l’aggressione a Magi e per l’incostituzionalità del campo di concentramento. Anche Conte ha protestato.Ma sostenendo che il problema è che il centro non funzionerà e i migranti si “diffonderanno per le strade delle città italiane”. Ha detto così: “diffonderanno”. Come un virus. Non c’è grande distanza tra il linguaggio di Conte e quello di Meloni.

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