I fatti risalgono al 2019: la vittima, Ronald Greene, viene attaccata e picchiata a morte
Ancora un video alla George Floyd: un afroamericano trascinato fuori dall’auto dai poliziotti, preso a calci e a pugni. Sanguinante, colpito più volte con il taser, la pistola elettrica, mentre grida: «Non fatemi niente, sono vostro fratello, sono spaventato, sono spaventato». Il suo nome era Ronald Greene, aveva 49 anni. È morto sull’autoambulanza che lo trasportava in ospedale. I fatti risalgono al 10 maggio 2019, ma solo mercoledì 19 maggio, l’Associated Press ha ottenuto il video registrato dalla body camera di uno degli agenti. Sono tre clip che durano in totale due minuti: il condensato di una sequenza da 46 minuti.
Il dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles ha dichiarato che i nomi degli agenti che sparano a un sospetto verranno resi noti entro 30 giorni dall’incidente. Questo è un passo molto inusuale e si tratta di un’inversione delle procedure passate, poiché il dipartimento di polizia non ha mai divulgato con piacere i nomi degli agenti che si macchiano di crimini, arrivando a nascondere i nomi degli agenti anche per mesi.
«Non interferiremo con le indagini ma il nostro standard sarà di 30 giorni e quei nomi saranno pubblicati online», ha detto lo sceriffo Alex Villanueva. La nuova linea di condotta arriva il giorno dopo che il Consiglio dei Supervisori di Los Angeles aveva approvato una mozione per redigere un’ordinanza che richiede la pubblicazione dei nomi degli agenti entro due giorni dalla sparatoria, e che sia il legale della contea o l’ispettore generale a rivelare i nomi, invece di affidarsi al dipartimento dello sceriffo.
L’annuncio è stato accolto con preoccupazione da alcuni funzionari del dipartimento dello sceriffo, ma ha raccolto il plauso dell’American Civil Liberties Union. LA County è uno dei numerosi dipartimenti di polizia che negli ultimi mesi sta rivedendo i propri standard di trasparenza e responsabilità a seguito delle manifestazioni di Black Lives Matter e delle pressioni dei politici democratici, e la notizia arriva mentre in Louisiana, un nuovo video della bodycam rilasciato dall’Associated Press riguardante un video del 2019, mostra un uomo afroamericano, Ronald Greene, mentre viene assalito, preso a calci e pugni da degli agenti, prima di morire, per cause ignote, secondo il report della polizia. Il video, insieme alla segnalazione della AP riguardo i filmati non resi pubblici, smentisce i rapporti ufficiali della polizia dove non si menziona l’uso della forza su Greene.
Già la Cnn aveva riferito che Greene era morto dopo aver lottato con le forze dell’ordine a seguito di un inseguimento che si era concluso con un incidente, il 10 maggio 2019, e nel video pubblicato da AP si vede un agente avvicinarsi ad arma spianata al veicolo di Greene e dire: «Fammi vedere le tue cazzo di mani, figlio di puttana».
La portiera della macchina di Greene era aperta e si può sentire il suono di un Taser e Greene dire: «Ok, ok. Mi dispiace. Ho paura. Agente, ho paura, sono tuo fratello, ho paura». In altro video, sempre pubblicato dall’AP, gli agenti costringono Greene a terra e uno di loro dice: «Taser, Taser» e si sente Greene urlare.
L’Associated Press ha riferito che Greene è rimasto sdraiato a faccia in giù a lamentarsi per più di nove minuti, mentre gli agenti usavano salviettine umidificate per lavare via il sangue dalle loro mani e dal viso. Questo non è in nessuno dei segmenti video che l’AP ha pubblicato online ma il filmato è a disposizione delle autorità che stanno investigando sul caso. Il Dipartimento di Giustizia ha confermato che la sua divisione per i diritti civili sta indagando, insieme all’ufficio del procuratore per il distretto occidentale della Louisiana, e all’Fbi