Mentre il numero dei morti sta velocemente raggiungendo quota 70 mila, il virus e’ arrivato fin dentro la Casa Bianca costringendo alcuni membri della Task Force a mettersi in quarantena. Intanto alcuni media hanno rivelato come l’amministrazione Trump abbia ostacolato la pubblicazione di un documento creato dal Centers for Disease Control and Prevention.
Il documento era stato scritto per aiutare i governatori e altri leader politici a decidere come e quando allentare le misure restrittive adottate per controllare la diffusione del virus. Trump ha sostenuto che non era stato diffuso perche’ non era mai stato approvato dal direttore del dipartimento, ma i documenti ottenuti dalla stampa sembrano smentire questa versione dei fatti e mostrano come il documento fosse stato ripetutamente spedito alla Casa Bianca per l’approvazione finale. Questo e’ l’ultimo scandalo di una lunga serie che provano come Trump stia cercando di accelerare la riapertura dell’economia anche a costo di trasformare questa emergenza in una vera e propria strage. La riapertura dei diversi stati sta avvenendo un po’ a macchia di leopardo con gli Stati guidati da governatori Repubblicani decisi a riaprire anche se i dati dovrebbero suggerire una maggiore prudenza.
Intanto aumentano le critiche nei confronti dell’operato della polizia, in particolare a New York. Dall’inizio dell’emergenza il sindaco de Blasio ha dato alla polizia l’incarico di far rispettare il lockdown, come ampiamente previsto da numerosi attivisti, l’ordine si e’ trasformato in una nuova militarizzazione dei quartieri poveri e delle comunità di colore. Nelle ultime settimane numerosi video pubblicati online mostrano come i poliziotti si limitino a distribuire mascherine nei parchi situati nei quartieri bianchi mentre nei quartieri di colore siano impegnati in arresti spesso violenti. Secondo alcuni dati rilasciati dal distretto di polizia in Brooklyn, per esempio, tra il 12 marzo e il 4 maggio delle 40 persone arrestate, 35 erano afro-americane, 4 ispaniche e solamente una era bianca.
Da sottolineare anche il fatto che un terzo degli arresti e’ stato effettuato a Brownsville, quartiere a maggioranza nera, mentre nessuno arresto e’ stato effettuato nel quartiere a maggioranza bianca di Park Slope. Dati simili si sono registrati in altre aree di New York. Il 93% dei 120 arresti fatti nell’ultimo mese e mezzo riguarda persone di colore.
Uno degli esempi piu’ eclatanti di questa disparita’ si e’ verificato nel quartiere Chelsea, un quartiere popolato soprattutto da bianchi ricchi, dove la polizia ha fatto irruzione in un’abitazione dove si stava svolgendo una festa. Nonostante la polizia abbia rinvenuto ingenti quantita’ di mariuana, si e’ limitata a distribuire una serie di multe per il mancato rispetto del lockdown. Un altro caso che ha fatto scalpore riguarda un arresto effettuato da un agente fuori da un piccolo alimentari nel Lower East Side. Nel video catturato da un passante si vede l’agente Garcia prima discutere con un uomo e una donna di colore e poi aggredire fisicamente un passante. Il video mostra Garcia scagliare un pugno in faccia al passante e poi sedersi sulla schiena dell’uomo mentre un collega lo ammanetta. Al di la’ della brutalita’ dell’arresto, gli attivisti hanno sottolineato come l’agente Garcia non sia nuovo a certi atti diviolenza. Infatti e’ stato denunciato almeno alltre sette volte per comportamenti illegali costando alla citta’ di New York piu’ di 200 mila dollari in danni e spese processuali. L’agente Garcia non e’ un’eccezione e spese processuali di questo tipo gravano non poco sui bilanci dei diversi dipartimenti di polizia americani e, di conseguenza, sui bilanci delle citta’.
Un rapporto pubblicato nel 2017 mostra come negli ultimi 30 anni le citta’ abbiano dirottato sempre maggiori quantita’ di soldi nelle tasche dei dipartimenti di polizia. Per esempio, un terzo del budget di citta’ come Chicago, Oakland e Minneapolis viene dato alla polizia. La stessa New York destina ogni anno quasi 5 miliardi di dollari alle forze dell’ordine.
Questi aumenti sono assolutamente ingiustificati considerando che i dati raccolti in questi ultimi decenni continuino a mostrare come le citta’ americane stia diventando sempre piu’ sicure.
Anche questa settimana parliamo di Amazon. La scorsa settimana infatti Tim Bray, uno dei vice-presidenti ad Amazon, si e’ dimesso per protestare contro il comportamento dell’azienda durante quest’emergenza. In un post pubblicato sul suo blog personale, Bray racconta come gli avvenimenti delle ultime settimane lo abbiano convinto a prendere questa decisione. Nel post cita il caso dei due ingegneri, Emily Cunnigham e Maren Costa, licenziati per aver denunciato le pericolose condizioni di lavoro nei magazzini dell’azienda. Nel messaggio di denuncia non dimentica di nominare i quattro lavoratori finora licenziati da Amazon per aver organizzato le proteste che nelle scorse settimane hanno bloccato alcuni magazzini e definisce la decisione dell’azienda come un’azione “codarda” (nel post usa il colortito termine “chichenshit”).
Le dimissioni di Bray arrivano nella stessa settimana in cui l’azienda ha annunciato di aver guadagnato qualcosa come 33 milioni di dollari all’ora nei primi tre mesi dell’anno
Nelle precedenti corrispondenze abbiamo parlato di come questo virus abbia colpito soprattutto le comunità di colore. Nelle ultime settimane, i media americani hanno cominciato a parlare della devastazione che questa emergenza sta causando in particolare tra i nativi americani. E’ inutile sottolineare qui come la storia tra gli Stati Uniti e i nativi americani sia una storia di violenza e trattati non rispettati. Una storia che spiega come mai per esempio il numero per capita di persone infette nella Nazione dei Navajo sia inferiore solo a quello registrato a New York e New Jersey, le due aree più colpite dal virus. La nazione dei Navajo e’ un territorio di quasi 70 km quadrati che si estende tra gli stati dello Utah, Arizona e New Messico. Qui si sono registrati piu’ di 2700 casi con almeno 88 persone morte per il virus. I numeri dovrebbero essere ben peggiori se si considera che il 40% delle abitazioni e’ senza acqua corrente e alcune famiglie sono costrette a percorrere piu’ di 240 chilometri per fare la spesa. A questo si aggiunge che gli aiuti dal governo federale sono stai inviati con piu’ di 6 settimane di ritardo e solo dopo una denuncia ufficiale presentata dai Navajo.
Concludiamo questa corrispondenza con l’ennesima storia di violenza bianca nei confronti di un Afro-americano colpevole di essere semplicemente nero. UNa notizia che il virus ha fatto passare un po’ in secondo piano. Il 23 Febbraio, Gregory and Travis McMichael hanno ucciso il 25nne Ahmaud Arbery in un sobborgo in Georgia. I due uomini si sono giustificati sostenendo che fossero convinti che il giovane fosse colpevole di alcuni furti avvenuti nei giorni scorsi nel loro quartiere e per questo motivo si sono armati e hanno cominciato a seguire il Ahmaud il quale invece stava semplicemente completando la sua usuale corsa quotidiana. Dopo un breve litigio, I due uomini bianchi hanno sparato al giovane uccidendolo sul colpo. Secondo la loro testimonianza, l’uccisione del giovane sarebbe state un gesto di legittima difesa in quanto Ahmaud avrebbe attaccato uno dei due uomini per primo. Ma un video pubblicato su Internet alcuni giorni fa smentirebbe questa versione dei fatti. Solamente con la pubblicazione del video e con una grossa mobilitazione, la polizia ha deciso di arrestare i due uomini con l’accusa di omicidio. Numerosi attivisti hanno sottolineato come il fatto uno dei due assassinil fosse un ex poliziotto spiegherebbe come mai la polizia ci abbia messo cosi tanto ad arrestare i due uomini.
Il virus sta trasformando gli Stati Uniti ma certo non lo sta facendo meno razzista.