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Studenti medi, quei “nullafacenti” che continuano a lottare

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Sono una studentessa universitaria fuorisede, studio a Padova ma sono di Messina; di seguito una mia riflessione sulla lotta degli studenti medi anche in relazione ai fatti avvenuti l’anno scorso all’interno del mio liceo.
Oggi gli studenti medi , che si ritrovano a fare i conti con la Buona Scuola, portano avanti una lotta fondamentale contro l’ alternanza scuola-lavoro, contro i presidi-manager, contro i tagli alla scuola pubblica.

In questi giorni sta girando su facebook la foto di una ragazzina di 17 anni che urla davanti a un plotone di carabinieri in assetto antisommossa.
I commenti sul web? I soliti: nullafacente, viziata, figlia di papà, vai a studiare invece di scendere in piazza a far casino.
Con la mente torno indietro a un anno fa, a quando le stesse accuse venivano rivolte a noi. Travolti da una polemica mediatica alimentata dai soliti giornalai di quartiere: insulti, accuse anche pesanti. Ci hanno chiamati riottosi, bamboccioni, viziati e via dicendo, ma queste erano le minor cose.
Qualcuno ha addirittura detto che i nostri genitori avrebbero dovuto educarci a sprangate nei denti e calci in culo.
La nostra “colpa”? Quella di aver occupato il nostro liceo, di esserci opposti alla riforma Buona Scuola, e di aver protestato nel momento in cui è stato permesso alla polizia di entrare nella nostra scuola, e dopo DUE GIORNI di occupazione siamo stati segnalati all’autorità giudiziaria, sgomberati, portati in questura, interrogati. Fino a qualche mese fa io ero al tribunale dei minori a deporre di fronte a un giudice!
Ci dicevano (come sempre) che inscenavamo proteste in cui non credevamo soltanto per perdere giorni di scuola.
La nostra risposta è stata questa, meravigliosa e travolgente, una cosa che a Messina nessuno aveva mai organizzato: un’iniziativa di due giorni contro la repressione che la mattina ha visto la partecipazione di 300 studenti medi. Siamo cresciuti, discutendo di sgomberi e repressione, di come riorganizzare la nostra lotta, una cosa è certa: non ci siamo fermati.
E gli omuncoli che oggi si ergono a paladini di moralità e giustizia, e inveiscono contro gli studenti che scendono in piazza a lottare, farebbero meglio a preoccuparsi del fatto che i loro figli, invece di studiare, verranno mandati a lavorare al McDonald’s.

Chi cerca di tarpare le ali alla lotta studentesca può bellamente andarsene a fare in culo, noi non arretriamo di un passo. Voi non potete fermare il vento.

Bianca