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Il Tar del Lazio boccia Salvini: «Open Arms entri in Italia»

L’ong catalana, dopo 13 giorni, va a Lampedusa. Il Viminale ricorre al Consiglio di stato

«Ci dirigiamo verso Lampedusa. Secondo il Tar del Lazio possiamo entrare in acque italiane»: l’annuncio è arrivato ieri pomeriggio via social da Open Arms, la nave dell’ong catalana che navigava senza porto di sbarco dall’1 agosto, giorno del primo salvataggio. I naufraghi a bordo ieri erano 147, al tredicesimo giorno di permanenza senza una fine in vista, almeno fino alla pubblicazione della sentenza che, ancora una volta, ha sconfessato norme e divieti salviniani anche se non ha espressamente disposto lo sbarco. «Chiederemo l’evacuazione medica per tutti i naufraghi», ha spiegato Oscar Camps. Il Viminale ha già annunciato il ricorso urgente al Consiglio di Stato contro il decreto del Tar proprio mentre la ministra alla Difesa, Elisabetta Trenta (uno dei bersagli di Salvini), annunciava la scorta della Marina all’ingresso di Open Arms in territorio italiano, in modo da essere pronti a un eventuale trasferimento dei 32 minori sulle due motovedette militari.

IL TAR DEL LAZIO ieri ha innescato la svolta con la pubblicazione della sentenza con cui ha accolto il ricorso dell’ong (presentato martedì), disponendo «l’annullamento del provvedimento del ministero dell’Interno del primo agosto» (cofirmato da Trasporti e Difesa) che disponeva il divieto di ingresso per la nave in acqua nazionali. Una bocciatura del decreto Sicurezza bis, convertito in legge con i voti dei 5S.

NEL DISPOSITIVO il presidente Leonardo Pasanisi rileva un «vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso». Il Viminale, infatti, nel formulare il divieto riconosce che il gommone soccorso in area Sar libica «quanto meno per l’ingente numero di persone a bordo, era in distress, cioè in situazione di evidente difficoltà». Ne consegue che «appare contraddittoria la valutazione di “passaggio non inoffensivo”» utilizzata per bloccare i volontari.

È LA SECONDO VALUTAZIONE, dopo quella della gip di Agrigento Alessandra Vella su Carola Rackete, che boccia la tesi del Viminale sulle ong. La sospensione del divieto, spiega ancora il Tar, è necessaria poiché «sussiste, alla luce della documentazione prodotta (medical report, relazione psicologica, dichiarazione del capo missione), una situazione di eccezionale gravità e urgenza, tale da giustificare una tutela cautelare», cioè far entrare Open Arms in acque territoriali per prestare immediata assistenza alle persone soccorse, «come del resto sembra sia già avvenuto per i casi più critici».

ERANO GIÀ SBARCATE due donne incinte al nono mese e, martedì notte, una famiglia con due gemelli di nove mesi, ma solo perché uno dei neonati aveva urgente bisogno di cure. A causa del braccio di ferro imposto da Salvini, il trasbordo è avvenuto col buio e con il mare diventato, nel frattempo, agitato. I video mostrano i soccorritori impegnati a saltare dalla barca alla motovedetta della Guardia costiera con i piccoli stetti alla tuta in una manovra rischiosa a causa del mare. Che i bambini dovessero sbarcare l’aveva chiarito la garante per l’Infanzia. Il tribunale dei Minori di Palermo ha poi chiesto spiegazioni al governo specificando che venivano violati i diritti dei più piccoli. «Il Tar ha riconosciuto le ragioni della nostra azione in mare – il commento da Open Arms – ribadendo la non violabilità delle Convenzioni internazionali e del diritto del mare».

SALVINI ieri ha attaccato a testa bassa: «C’è un disegno per aprire i porti, per trasformare il paese nel campo profughi d’Europa. È un paese strano quello dove una nave spagnola in acque maltesi si rivolge a un avvocato di un tribunale amministrativo per chiedere di sbarcare in Italia. Nelle prossime ore firmerò il mio no perché complice dei trafficanti non voglio essere». Dopo aver innescato la crisi di governo, Salvini si asserraglia al Viminale e continua la sua propaganda elettorale. Il premier Giuseppe Conte ieri mattina aveva inviato una lettera al leader leghista chiedendo almeno di «mettere in sicurezza i minori», alla luce dell’intervento del tribunale di Palermo. «Non mi arrendo, resisto a questa vergogna – la replica di Salvini da Recco -. Staremo attenti perché a Roma non si formi una coppia contro natura tra Pd e 5S e tra Renzi e Grillo per riapre i porti». Quindi l’annuncio del ricorso al Consiglio di stato contro il provvedimento del Tar con la motivazione: «Open Arms ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia».

L’OCEAN VIKING, dell’ong Sos Méditerranée e Medici senza frontiere, resta in mare con 356 naufraghi (103 minori) in balia del mare grosso: «Abbiamo chiesto il porto di sbarco a Italia e Malta, stiamo valutando cosa fare dopo la novità del Tar del Lazio», hanno spiegato ieri. Intanto il premier francese Emmanuel Macron ha attivato la Commissione europea per portare a terra i migranti.

Adriana Pollice

da il manifesto