Testimonianza: A Latina 30 rom "estradati" per aver denunciato il racket
- febbraio 01, 2012
- in rom, testimonianze
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Caro Osservatorio,
vi scrivo per segnalarvi una situazione esecrabile che si sta verificando nel comune di Latina. Stamane, circa 30 Rom sono stati “volontariamente” estradati dopo aver portato alla luce un racket sulle baracche ed i
container (gestito da una famiglia Rom in legame con la malavita locale) del campo Rom “Al Karama”, situato subito fuori dalla città.
Dopo un incendio ad una baracca per un mancato pagamento e minacce di morte, le vittime dell’estorsione sono uscite allo scoperto, denunciando il fatto.
Ad oggi, dopo 20 giorni di pernottamenti tra ricoveri in esubero e rifugi di fortuna all’aperto (badate bene: in pieno gennaio), e nel più completo disinteresse di istituzioni, protezione civile, polizia, assistenti sociali (che anzi minacciavano di togliere i bambini alle rispettive famiglie), partiti e associazioni di volontariato, le vittime
dell’estorsione sono state messe su un aereo per la Romania, sotto ricatto delle istituzioni.
Fortunatamente, 2 delle vittime (padre e figlio) sono riuscite a rimanere, con enormi sacrifici, per motivi scolastici.
Vi scrivo perché questi avvenimenti riprovevoli si sappiano, perché non affoghino nell’omertà di ominicchi che, pur di difendre l’orticello del proprio partito/associazione, fanno passare ingiustizie di questo calibro.
Per approfondire la questione, vi consiglio di leggere, nell’ordine, questi 2 articoli:
(eventualmente, anche questo http://ilcencio.noblogs.org/post/2012/01/28/chiarimenti-sulla-discussione-con-libera/ )
Conosco personalmente le persone che si sono prese in carico quest’emergenza: persone che sono rimaste a gridare nel deserto perché non dotate di nessuna tessera o nome eccellente, che si sono occupati degli
esuli senza dover portare “medaglie” a nessuna piccola o grande organizzazione.
Se volete contattarle, potrete sicuramente farlo scrivendo all’indirizzo email del blog a cui i link precedenti si riferiscono: ilcencio.noblogs@gmail.com .
In fede che prendiate a cuore questa oppressione (seppur locale) con lo stesso amore (e rabbia) con cui in questo momento sto scrivendo.
Un saluto
Gabriele
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