Storia di un pestaggio da me subito in carcere accaduto il 7 agosto 2009. Rinchiuso in cella, circa quattro agenti carcerieri mi hanno dato schiaffi, pugni, calci. Tutto questo per circa 15 minuti. Poi mi hanno servito dell’altro…
Mi chiamo Pannia Giovanni, ho 41 anni e sono di Vibo Valentia.
Mi trovavo in vacanza a Stromboli e, in seguito all’assunzione a mia insaputa di sostanze cannabinoidi (poi risultate dagli esami delle urine) mi sono trovato in uno stato di incapacità di discernere (per come anche comprovato dalla documentazione medica), sono entrato in una abitazione privata e poi in una chiesa.
Sono stato arrestato dai Carabinieri di Stromboli ( successivamente non convalidato dal G.I.P. presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto) e dopo circa 4 ore trascorse nella cella della caserma mi hanno portato con la motovedetta a Milazzo, quindi in caserma per dei rilievi e poi al carcere di Messina Gazzi in quanto ritenuto responsabile per i reati di furto e danneggiamento.
Basta che digitiate il mio nome su Google per leggere ancora gli articoli stampa dei giornali locali, descrizione dei fatti, giornalisticamente fantasiosa, da me poi smentita.
Appena arrivato in carcere sono stato rinchiuso in cella, dove circa quattro Agenti carcerieri, nonostante le mie condizioni di salute fisica e mentale a dir poco disumana (la stessa dichiarazione del Direttore del carcere di Gazzi, inviata al Gip preposto alla convalida ne fa piena prova) si sono brutalmente avventate contro di me denudandomi con forza strappandomi i vestiti di dosso, picchiandomi con schiaffi e pugni, rompendo la catenina ed il crocefisso che porto al collo, una volta a terra hanno continuato a tirarmi forti calci, il tutto è durato per circa 15 minuti.
Dopo avermi fatto i rilievi, mi hanno portato in un’altra cella lugubre e sudicia e lasciandomi completamente nudo hanno continuato a vessarmi per il solo gusto di provocare lesioni sfidandomi con parole minacciose e mediante l’uso di idranti, tanto che ero costretto ad alzare letto e materasso per ripararmi, letto che poi hanno tolto dalla cella, costringendomi a sdraiarmi per terra.
Per questi fatti ho riportato danni sia fisici, con evidenti ematomi in faccia e sul corpo, che psichici.
Dopo tre giorni, appena uscito dalla Casa Circondariale di Messina per interessamento dei miei familiari e con intervento dei legali Avv. Salvatore Staiano e Avv. Antonio Porcelli, sono stato trasferito in ambulanza e visitato dai medici del pronto soccorso dell’ospedale Piemonte e successivamente ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’ospedale di Vibo Valentia.
Ora non ho più neanche il mio lavoro in quanto il mio datore mi ha destinato ad altra mansione e non sembra intenzionato a riaffidarmi la mia mansione originaria.
Del pestaggio subito in carcere fino ad ora non ho parlato con gli organi di informazione.
Ma trascorso un anno da quei terribili fatti, visto che ho presentato querela a carico del Personale della Polizia Penitenziaria l’8 settembre 2009 ho deciso di rendere Pubblica la vicenda in quanto credo sia ingiusto che tali individui non abbiano ancora ricevuto la loro giusta punizione e potrebbero continuare a perpetrare ad altri quello che hanno fatto a me.
Pannia Giovanni
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