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Torino: sequestrata l’aula occupata dall’Intifada studentesca al Politecnico

Dopo 4 mesi di occupazione l’aula occupata “Shereen Abu Akleh” è stata sequestrata. Il Politecnico renda inagibile uno spazio aperto al ragionamento politico, nato dal completo dissenso della comunità studentesca nei confronti del genocidio palestinese.

Durante le proteste in primavera all’interno delle Università italiane per chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza e la fine del genocidio, a Torino era stata portata avanti l’occupazione del Politecnico: in quel contesto l’aula dell’ateneo torinese era stata occupata da studenti e studentesse e rinominata “Shireen Abu Akleh“, in ricordo della giornalista palestinese uccisa dai soldati israeliani mentre stava seguendo un’operazione dell’IDF in un campo profughi di Jenin.

L’aula era nata per ospitare “il lavoro dei tanti studenti e studentesse che hanno trovato nell’Intifada Studentesca del Politecnico la spinta per lottare per la liberazione e il riconoscimento del popolo palestinese, risvegliando il dibattito politico-culturale anche all’interno di un polo come PoliTo“, fanno sapere studenti e studentesse di PolitoForPalestine.

Questo martedì pomeriggio la conferenza stampa di studenti e studentesse dell’ateneo, che denunciano la sempre più rischiosa limitazione del dissenso all’interno dei luoghi della formazione, in particolare per denunciare il genocidio in corso a Gaza e l’attacco israeliano ora in Libano.

Il commento a Radio Onda d’Urto di Erica di CambiareRotta e PolitoForPalestine. Ascolta o scarica.

 Il Comunicato di Intifada Studentesca Torino

Questa rappresenta una mossa strettamente politica, volta a minare la forza che il movimento PolitoForPalestine ha costruito durante l’intifada studentesca iniziata lo scorso Maggio negli spazi del Politecnico, diminuendo la già bassissima agibilità politica in quest’ateneo. Per l’ennesima volta la governance di ateneo ha scelto la strada della fredda repressione, rifiutando ogni tipo di confronto e comunicazione con gli studenti e le studentesse.

È del tutto inaccettabile che all’indomani della più intensa campagna di bombardamenti aerei nel sud del Libano dalla guerra del 2006 da parte delle forze dell’Occupazione Israeliane, il Politecnico renda inagibile uno spazio aperto al ragionamento politico, nato dal completo dissenso della comunità studentesca nei confronti del genocidio palestinese. Il fatto che degli studenti e delle studentesse avessero occupato un’aula inutilizzata rendendola un luogo aperto a tutte in cui portare avanti la lotta per il popolo palestinese evidentemente non fa comodo ad un ateneo che tramite le sue collaborazioni con aziende come Leonardo Spa e Avio Aero è complice di Israele nel genocidio in Palestina.
Il sequestro avviene, inoltre, al secondo giorno dall’inizio delle lezioni: questa temporalità ci mostra con chiarezza che l’obiettivo dell’attacco dell’Ateneo non è solo lo spazio fisico, ma soprattutto il movimento costruito negli scorsi mesi, contro cui si vuole ricominciare la campagna di diffamazione e polarizzazione portata avanti dalla governance da Maggio ad oggi.

A fronte della situazione politica e globale attuale, con sempre più forza affermiamo che non saranno di certo dei sigilli a fermarci. La lotta non si arresta, andremo avanti con ogni mezzo necessario, per la Palestina e il Libano liberi dall’occupazione israeliana.

Domani, mercoledì 25 settembre, assemblea pubblica nel cortile della sede principale del politecnico di Torino alle h.18

 

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