Fanno tutti a gara a contare quanti ne sbarcano, pronti a gridare all’invasore. Ma quanti sono quelli che non sono arrivati? Muoiono giorno dopo giorno. Anno dopo anno. E i loro corpi finiscono nell’oblio delle coscienze, seppelliti in fondo al cimitero Mediterraneo. Mangiati dai pesci e accatastati sopra le tubature dei gasdotti che sembrano a volte l’unico ponte rimasto tra le due rive. Da anni Fortress Europe cerca di documentare questa strage. I numeri parlano da soli.
Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 18.267 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011. Il dato è aggiornato all’8 maggio 2012 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 24 anni. Il dato reale potrebbe essere molto più grande. Nessuno sa quanti siano i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti un bel giorno per l’Europa e mai più tornati.
Un giorno a Lampedusa e a Zuwarah, a Evros e a Samos, a Las Palmas e a Motril saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri nipoti non potremo neanche dire che non lo sapevamo.
A questo link la rassegna completa e aggiornata delle notizie, dal 1988 a oggi. Per un’analisi statistica, frontiera per frontiera, leggete la scheda Fortezza Europa.
fonte: fortresseeurope
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