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Un maldestro tentativo

Sulle perquisizioni contro l’associazione Linea d’Ombra a Trieste

Martedì 23 febbraio a Trieste la Digos ha perquisito la casa di Gian Andrea e Lorena, due persone che fanno parte dell’associazione Linea d’Ombra, rispettivamente vicepresidente e presidente. L’accusa è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina rispetto al passaggio di una famiglia iraniana nel luglio del 2019 nella loro casa. Una trentina le persone straniere perquisite in varie case con l’accusa di essere “passeur”. È evidente il modo maldestro da parte delle autorità di attaccare chi ogni giorno con il suo lavoro in strada cerca di dare una mano alle persone che viaggiano per anni e arrivano tramite la rotta balcanica in Italia. Linea d’Ombra è un associazione di volontariato nata nel 2019, la quale ogni giorno dà aiuto in vari modi alle persone migranti. In molti in città e non solo sostengono questo lavoro, ed è forse proprio questo che lo Stato vuole colpire. La solidarietà e le persone attive sono aumentate nel tempo, questa attività è stata riconosciuta da tutti come uno dei modi per non rimanere indifferenti alle politiche reazionarie degli Stati europei contro i migranti, e forse questo lavoro ha aperto una breccia su un confine che l’Italia ha militarizzato assieme alle autorità slovene. Le politiche razziste si susseguono nonostante i cambi di governo, e anche la repressione. L’esistenza e la riproduzione dei sistemi di sfruttamento e oppressione – insieme causa ed effetto delle migrazioni passate e presenti – sono legittimati e difesi da quelle stesse leggi e codici oggi impiegati da magistratura e polizia contro persone e pratiche di solidarietà attiva autonome, autogestite e conflittuali rispetto al controllo e gestione statali e quindi considerate pericolose. Il tentativo di screditare Gian Andrea e Lorena dicendo che sono dei “passeur” è un operazione maldestra ed infame, e la stampa dà eco alle cartacce della Digos. È evidente il loro lavoro costante e testardo lungo le strade di Trieste e lungo i confini da parte dell’associazione, e nessuno cadrà nel tranello della Questura.

Lo Stato nell’ultimo anno attacca chi porta solidarietà ai detenuti nelle carceri come è successo nel maggio del 2020 a Bologna, chi scende per le strade nell’ottobre del 2020, chi occupa le scuole, ed ora anche chi porta solidarietà alle persone migranti. Più l’asticella del conflitto sociale si assottiglia più lo Stato attacca quel poco che rimane in questo Paese che va contro le ingiustizie e le cause dei mali di questo mondo storto. Lo Stato non tutela nessun diritto quando ci sono interessi, uno di questi è anche la forza lavoro ricattabile e a basso costo che arriva da lontano, esso lavora per macinare tutto quello che spinge a pensare, a riflettere, a lottare contro quello che per noi va tolto alla radice. In questo caso le guerre, la devastazione ambientale e molto altro, che spingono le persone ad andarsene dalle proprie terre d’origine, ma sopratutto i maledetti confini, i cui dispositivi sono a unico beneficio degli Stati e delle economie di cui sono i garanti. Non è un pezzo di carta che tutelerà le persone e i loro diritti, ben si la lotta, il conflitto, la solidarietà, questi sono alcuni dei modi per rintuzzare la repressione di chi vuole mettere in difficoltà pratiche di solidarietà e lotta in questa città. Pratiche, queste, che evidentemente danno parecchio fastidio, come mostrano i fatti odierni e quelli del 24 ottobre scorso, quando la precisa volontà della questura triestina di concedere la piazza luogo della quotidiana azione di Linea d’Ombra ad un raduno interregionale di nazisti e xenofobi, si è vista tornare indietro un po’ della sua tracotanza nel fare i conti con la determinazione di decine di persone solidali, e riuscendo nel suo intento solo dopo un certo numero di scontri e manganellate dei reparti di celere accorsi per l’occasione.

In questo contesto, diciamo in modo chiaro e semplice da quale parte stiamo.

Solidali con Gian Andrea e Lorena e Linea d’Ombra!

Contro repressione e confini!

Assemblea permanente contro carcere e repressione FVG