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Usa: manifestanti di destra pro-Trump assaltano e “occupano” il congresso

Centinaia di manifestanti della destra pro-Trump hanno fatto irruzione ieri, mercoledì 6 gennaio 2021, nella sede del Congresso degli Stati Uniti a Capitol Hill, Washington. Decine di migliaia di suprematisti bianchi e sostenitori del presidente uscente degli Stati Uniti d’America si sono radunati all’esterno della sede del Senato dov’era in corso la ratifica dell’elezione del democratico Joe Biden a presidente decretata dalla tornata elettorale del novembre scorso. Istigata dal lungo comizio di Donald Trump – che da mesi contesta la validità del voto rifiutandosi di riconoscere la vittoria dem – una parte di loro si è lanciata all’assalto del palazzo al grido di “stop the steal”, ovvero “fermate il furto”. La polizia, schierata, ha caricato la folla con manganelli e gas lacrimogeni salvo poi aprire le transenne poste a perimetro del palazzo governativo lasciando passare un nutrito gruppo di trumpiani. Un dispositivo di sicurezza ben più sguarnito e morbido rispetto a quello che si è visto, in più occasioni, di fronte alle mobilitazioni del movimento Black Lives Matter contro il razzismo e le violenze della polizia.

Altissima la tensione all’interno dell’edificio, in parte evacuato in via preventiva, con molti manifestanti che sono riusciti addirittura a raggiungere gli emicicli e i senatori barricati. Alla fine alcuni sostenitori di Trump sono riusciti a sedersi e farsi fotografare sui banchi e negli uffici dei deputati. Le guardie in borghese hanno sfoderato le pistole e una manifestante è stata colpita, tra il petto e la gola, da un colpo di arma da fuoco ed è poi morta in ospedale. Oltre a lei, ci sono state altre 3 vittime in seguito agli scontri, alla calca e ai tentativi di arrampicarsi per entrare nel palazzo. Il bilancio della giornata è, dunque, di 4 morti. Nel momento più alto della tensione, il presidente eletto Biden ha denunciato la natura eversiva della protesta e invitato Trump ad andare in televisione e intimare ai suoi sostenitori di ritirarsi. “E’ un’insurrezione contro la democrazia. Un attacco allo stato di diritto”, ha dichiarato il presidente eletto. Il tycoon si è limitato ad alcuni cinguettii su Twitter, continuando a non riconoscere la sconfitta elettorale: “So come vi sentite – ha scritto – vi amiamo, ma ora basta, nessuno si faccia male anche se le elezioni sono state rubate. Siate gentili con la polizia nazionale”.

Per far rientrare definitivamente la rivolta trumpiana, il sindaco di Washington, Muriel Bowser, ha proclamato il coprifuoco dalle 6 del pomeriggio. In seguito ha esteso l’emergenza pubblica nella capitale Usa per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Joe Biden. Resta in vigore anche il coprifuoco. E altri mille uomini della Guardia Nazionale arriveranno dallo Stato di New York, inviati dal governatore Andrew Cuomo, per restare fino all’insediamento del presidente eletto. I lavori di Camera e Senato, sospesi durante l’assalto, sono ripresi solo dopo diverse ore e solo in piena notte (le 9.30 in Italia) Joe Biden ha superato la soglia fatidica dei 270 voti elettorali e il Congresso ha certificato che sarà lui, dalle ore 12 del 20 gennaio, il nuovo presidente degli Stati Uniti. Inoltre la deputata democratica Ilhan Omar, della squadra di Alexandria Ocasio-Cortez, sta preparando gli articoli per un nuovo impeachment nei confronti di Trump. “Non possiamo permettergli di restare in carica”, ha spiegato la stessa Omar.

I fatti di Washington sono arrivati poche ore dopo la notizia della doppia vittoria dei democratici nelle elezioni di due senatori nello stato della Georgia. La vittoria del pastore afroamericano Raphael Warnock (il primo dem afroamericano eletto in uno stato del Sud) e del giornalista 33enne Jon Ossoff è un verdetto storico con cui il partito democratico conquista i due seggi necessari per ottenere il controllo del Senato. Nella Camera Alta, invece, democratici e repubblicani avranno gli stessi seggi: 50. L’equilibrio però sarà leggermente sbilanciato dalla numero due della Casa Bianca e presidente del Senato, Kamala Harris.

Stiamo raccogliendo alcune analisi rispetto a quanto accaduto a Washington, negli Stati Uniti:

Da New York, Marina Catucci, corrispondente de Il Manifesto. Ascolta o scarica.

Da Los Angeles, Luca Celada, giornalista e autore dell’instant book “Autunno americano”. Ascolta o scarica.

Martino Mazzonis, giornalista e americanista. Ascolta o scarica.

Ferruccio Gambino, sociologo e americanista. Ascolta o scarica.

L’intervista a Silvia Federici, insegnante, scrittrice e femminista, da New York. Ascolta o scarica

L’intervista a Raffaella Baritono, docente di Storia e politica degli Stati Uniti d’America alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Ascolta o scarica