Stati Uniti. A Burlington, in Vermont, tre studenti universitari di origine palestinese sono stati feriti da colpi di arma da fuoco La polizia arresta un 48enne bianco, a casa nascondeva armi e munizioni. Le associazioni arabo-americane: «Atto razzista»
di Marina Catucci da il manifesto
A Burlington, in Vermont, tre studenti universitari di origine palestinese sono stati feriti da colpi di arma da fuoco mentre passeggiavano nel fine settimana del giorno del Ringraziamento.
I tre – Hisham Awartani, della Brown University, Kinnan Abdalhamid, dell’Haverford College e Tahseen Ahmed del Trinity College – sono stati portati al centro medico dell’Università del Vermont e, secondo la polizia, «due sono in condizioni stabili, uno ha riportato lesioni molto più gravi e dovrà affrontare una lunga convalescenza».
Due degli studenti sono cittadini statunitensi, uno è residente legale. In conferenza stampa lo zio di Abdalhamid, Radi Tamimi, ha dettto che la famiglia pensava che suo nipote sarebbe stato più al sicuro negli Usa che in Cisgiordania, dove il ragazzo è cresciuto: «Abbiamo sempre pensato che mandarlo qui fosse la decisione giusta. Ci sentiamo in qualche modo traditi e stiamo cercando di venire a patti con tutto questo».
Durante gli interrogatori con la polizia gli studenti hanno dichiarato di essere arrivati a Burlington mercoledì per stare con la nonna di Awartani, la cui madre è americana, e di aver trascorso il fine settimana guardando la tv, facendo passeggiate e partecipando a eventi familiari. I tre si conoscono fin dai tempi della Ramallah Friends School.
«MIO FIGLIO è stato quasi ucciso dietro l’angolo della casa della nonna, in una strada in cui è praticamente cresciuto – ha dichiarato la madre di Hisham, Elizabeth Price – Il suo choc si sta ora evolvendo in qualcosa di più complesso e sta cercando di capire chi è nel mondo e cosa significhi essere al sicuro in America».
Awartani ha dichiarato di aver visto avvicinarsi un uomo bianco che indossava una felpa con cappuccio nera e che con i suoi amici si era fatto da parte per lasciarlo passare. L’uomo ha tirato fuori una pistola e ha sparato contro di loro, senza parlare, e poi se n’è andato.
Il dipartimento di polizia di Burlington ha identificato l’aggressore in Jason J. Eaton, 48 anni. L’uomo è stato arrestato poche ore dopo la sparatoria sul luogo dell’aggressione, vicino alla sua abitazione. Quando la polizia è arrivata l’ha accolta dicendo «Vi stavo aspettando». Ma una volta in tribunale si è dichiarato non colpevole.
Il sindaco di Burlington Miro Weinberger ha ringraziato il presidente Biden per l’assistenza della sua amministrazione e per la solidarietà espressa. E ha ringraziato gli agenti federali «per il loro ruolo nel garantire questo rapido arresto».
Secondo i documenti del tribunale, a casa di Eaton sono state trovate delle armi, tra cui una pistola, un caricatore carico e altre munizioni. In uno stato come il Vermont, che crede tanto nel socialismo quanto nel secondo emendamento, non è una rarità.
LA POLIZIA non si è ancora espressa sul motivo della sparatoria, l’indagine è in corso, ma il Comitato anti-discriminazione arabo-americano ha scritto su X di aver «motivo di credere che la sparatoria sia stata motivata dal fatto che i tre ragazzi sono arabi», sottolineando che, quando sono stati presi di mira da Eaton, tutti e tre indossavano la kefiah e parlavano tra di loro in arabo.
«Non c’è spazio in America per la violenza e l’odio – ha detto la portavoce della Casa bianca Karine Jean-Pierre – Il presidente Biden è sconvolto da questa sparatoria». Il compagno di stanza di Awartani, Aboud Ashhab, anche lui palestinese, intervistato da Msnbc ha detto che la sparatoria non è un incidente isolato, ma «è successo a causa di un sistema di violenza contro i palestinesi che si perpetua anche quando siamo fuori casa e siamo all’estero, in posti innocui come Burlington, in Vermont».
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