Centinaia di persone hanno risposto oggi pomeriggio alla chiamata alla mobilitazione lanciata negli ultimi giorni dal presidio No Borders di Ventimiglia, sgomberato all’alba di mercoledì. Un appello a proseguire la battaglia per la libertà di movimento e contro ogni confine iniziata tre mesi fa, per dimostrare che ruspe e manganelli non hanno cancellato la forza della solidarietà e di una lotta comune costruite con l’esperienza del presidio al confine italo-francese.
Da subito è stato chiaro il clima di intimidazione costruito da Questura e amministrazione cittadina per tentare di scoraggiare la partecipazione al corteo del pomeriggio: fin dalla mattina sono iniziati controlli, identificazioni sui treni e posti di blocco nei confronti di quanti stavano raggiungendo Ventimiglia da molte città italiane. Lo scenario che si è venuto a creare poche ore dopo non ha fatto che confermarlo: il piazzale della stazione – luogo prefissato per la partenza della manifestazione – era stato completamente blindato e militarizzato, con celerini e mezzi schierati su ogni lato per impedire fisicamente alle centinaia di migranti e solidali di poter partire in corteo. Una provocazione gravissima e senza precedenti che ha di fatto impedito per tutto il pomeriggio la libertà di manifestare per le vie di Ventimiglia, relegando la protesta al piazzale di partenza. Non solo: la polizia ha anche impedito a un gruppo di migranti che aveva trascorso la notte in un centro d’accoglienza della Croce Rossa adiacente alla stazione di poter uscire dal centro e di unirsi alla manifestazione, minacciandoli di identificazione. Il presidio nel piazzale ha sostato a lungo all’ingresso del centro per sostenere le rivendicazioni dei migranti desiderosi di unirsi alla protesta e per tutto il pomeriggio si sono alternati interventi, musica e cori contro il vergognoso blocco attuato dalle forze dell’ordine.
Insomma, la risposta delle istituzioni a chi chiedeva libertà è stato l’ennesimo sbarramento, un’altra frontiera.
Nella prima serata, mentre già una parte dei manifestanti aveva lasciato la piazza, i rimanenti hanno iniziato ad organizzarsi per rimanere nel piazzale della stazione, montando alcune tende e ricreando un piccolo presidio.
Mentre era in corso un’assemblea per decidere i prossimi passi della mobilitazione, la polizia è intervenuta all’improvviso per rimuovere il presidio, caricando a freddo e violentemente i manifestanti che erano rimasti nella piazza. Le cariche si sono poi trasformate in un inseguimento per le vie di Ventimiglia, con una vera e propria caccia all’uomo e manganellate alle spalle.
Al momento risultano almeno due manifestanti feriti, mentre un terzo è stato fermato e gli è stato dato il foglio di via da Ventimiglia, sulla scia di quanto già accaduto nei confronti di molti altri solidali del presidio negli ultimi mesi.
Seguiranno aggiornamenti…