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Vietata la manifestazione per la Palestina il 5 ottobre

La Questura di Roma ha deciso di vietare la manifestazione nazionale per la Palestina convocata a Roma il prossimo 5 ottobre.

di Forum Palestina

Il provvedimento è stato notificato alle associazioni palestinesi promotrici dell’iniziativa dopo una minacciosa campagna stampa dei giornali della destra e delle comunità ebraiche. Nelle motivazioni del divieto è scritto che: “le espressioni utilizzate per pubblicizzare le iniziative per sostenere la causa palestinese il 5 ottobre hanno una motivazione non compatibile con il diritto di manifestare pacificamente, garantito dall’ordinamento giuridico vigente”. Una motivazione decisamente contraddittoria.

La questione era stata discussa al Viminale nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell’Interno Piantedosi.

Nelle veline approntate dai vertici delle forze di polizia e dei servizi di intelligence veniva indicato “Il rischio che le iniziative si trasformassero in occasione per inneggiare all’eccidio del 7 ottobre” e informazioni secondo cui in rete erano “rimbalzati proclami e annunci che avevano fatto temere la possibilità di disordini e scontri di piazza”.

Emerge però una sorta di “giallo”. Secondo la Questura infatti i cortei convocati per il 5 ottobre sarebbero stati due e non uno solo. Uno convocato dalle Comunità Palestinesi d’Italia, l’altro da Unione Democratica Arabo Palestinese, Giovani Palestinesi d’Italia, Associazione dei Palestinesi in Italia.

Il divieto a manifestare il 5 ottobre pone così due problemi di sostanza, il primo è che il perimetro delle libertà politiche e di espressione nel nostro paese viene delimitato dai sionisti e dalla stampa di destra e questo è del tutto inaccettabile; il secondo è che è necessario che le associazioni palestinesi in Italia trovino ad ogni costo la “quadra” al loro interno nell’indicare le tappe e i passaggi di una mobilitazione solidale e unitaria con il popolo palestinese.

La situazione non consente più errori e divaricazioni mentre incombe un genocidio a Gaza e un mattatoio in Libano e Israele continua impunemente ad esercitare il terrorismo di stato in Medio Oriente.

Intanto a Roma per sabato prossimo – 28 settembre – è stata convocata per le 15.00 una manifestazione al Pantheon contro i bombardamenti israeliani in Libano.

Le considerazioni a Radio Onda d’Urto di Mirca Garuti, compagna di Forum Palestina Ascolta o scarica

La prescrizione da parte della Questura di Roma è un divieto politico“, hanno dichiarato i Giovani Palestinesi, tra gli organizzatori della manifestazione. Manifestare il 5 ottobre «è un atto minimo di disobbedienza», continua il comunicato, in cui il movimento rilancia la data e la stessa iniziativa e  denuncia «ancora una volta, il governo italiano, forte della sua complicità con “Israele”, utilizza gli strumenti della repressione per mettere a tacere ogni forma di solidarietà nei confronti del popolo palestinese».  È anche per tale motivo che, nonostante il fermo della Questura, la manifestazione si farà. «Questo divieto non è altro che il preludio dello stato di guerra che entrerà in vigore con il ddl 1660», e costituisce «un precedente pericoloso per chiunque si batta per il diritto alla libertà di manifestazione ed espressione». Scendere in piazza è dunque il «minimo» che si possa fare «prima che non esistano più le libertà fondamentali», denunciano i Giovani Palestinesi.

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